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Libri Cristiani


IL PAESE CHE AMO DI PIÙ


di Oswald J. Smith






Capitolo 6: Che cosa significa credere







1. Salvati o perduti

2. I tre passi

2.a Primo passo: Udire

2.b Secondo passo: Credere

2.c Terzo passo: Avere fiducia

3. Perchè è necessaria la fiducia




1. Salvati o perduti

Esaminiamo attentamente Giovanni 3:14-18, 36, e notiamo quante volte, in un passo tanto breve, leggiamo la parola credere”.

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuolo dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in Lui abbia vita eterna. Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Iddio non ha mandato il Suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede in Lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’Unigenito Figliuol di Dio. Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui.»

Nella mia vita c’è stato un periodo in cui non sapevo se ero salvato o perduto.

Lavoravo, allora, nella Compagnia Massey Harris di Toronto (Canada). Dovevo portare delle comunicazioni da una sezione all’altra.
Mentre andavo per quei corridoi interminabili, non pensavo affatto ai messaggi che portavo: essi non destavano in me alcun interesse. Nella mia mente c’era solo una domanda che mi tormentava:
«Sono salvato o sono perduto?».

In seguito fui mandato da una Società Biblica a vendere le Sacre Scritture nel Muskoka, luogo di villeggiatura canadese.

Anche qui, mentre mi aggiravo per quei luoghi incantevoli, non pensavo affatto al pacco di Bibbie che portavo con me; non m’interessavano i fiori e le piante bellissime che mi circondavano, non i panorami meravigliosi. Nulla poteva distrarmi dalla mia meditazione.

«Ero salvato o no?».

«Signore, - dicevo fra me - se sono perduto fa che lo sappia, perché possa essere salvato; se poi lo sono, fa che lo senta, perché possa rallegrarmene».

Arrivò il momento del mio ritorno a Toronto, nella mia Compagnia, ed ancora non avevo risolto la mia questione.
Non sapevo se camminavo verso il Cielo o verso l’inferno.

La prima Domenica dopo il mio ritorno entrai nella chiesa di Chalmer per assistere ad un servizio di culto. Pregai nel mio cuore perché il ministro parlasse sul problema della fede salvatrice e mi aiutasse a risolvere il dubbio che assillava la mia mente. Salì sul pulpito il dott. MacPherson ed il servizio cominciò.

Meravigliato, udii che parlava proprio del mio problema. Lo ascoltai con attenzione, ma al termine del servizio, come tutti gli altri, mi alzai ed uscii nelle tenebre della notte: non sapevo ancora se ero salvato o perduto.


Come mai? Forse la predicazione del dott. MacPherson non era stata una predicazione evangelica?
Affatto! Durante il suo sermone, più e più volte, egli aveva gridato: «Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato».

Egli aveva parlato tanto della fede e del “credere”.

E allora, perché il mio dubbio non era svanito?

Perché in tutto il suo sermone meraviglioso, egli aveva detto tante belle cose, ma non si era fermato un solo istante a spiegarci che cosa intendesse dire con la parola “credi”.

Ed il mio problema riguardava proprio ciò.

Sapevo che dovevo credere, ma non sapevo “come credere”; non sapevo se la mia fede era sufficiente per ottenere la salvezza.

Avevo creduto sempre, avevo creduto come credo oggi fin dalla mia fanciullezza, ma non sapevo se ero un vero cristiano.


Nella nostra comunità non esistevano “increduli”.

Tutti dicevano di credere, nessuno metteva in dubbio la propria fede, eppure alcuni erano degli ubriaconi, altri bestemmiavano e maledicevano, altri rubavano ed erano immorali.

Eppure tutti si dichiaravano cristiani.

Nessuno metteva in dubbio la Parola di Dio o l’autenticità delle Scritture.

Non sono milioni quelli che si trovano in una simile condizione?

In alcuni luoghi dove mi sono recato per ragioni di ministerio, ho incontrato un numero infinito di persone che credono, ma che non sono salvate.

Se dunque esistono milioni di tali individui, che cosa intendiamo per fede che salva, che cosa intendiamo dire con la parola credi”?

Questo era, come ho detto, il mio problema assillante.

Per mia fortuna un giorno mi capitò tra le mani il meraviglioso opuscoletto: "SICUREZZA, CERTEZZA E GODIMENTO". I miei dubbi svanirono come per incanto. Allora ebbi la certezza di essere salvato.

Da quel momento ho sempre mantenuto la decisione di dedicare almeno una sera, in ogni mia campagna missionaria, a spiegare al popolo che cosa dobbiamo intendere per fede che salva e che cosa vogliamo dire con la parola "credere".

2. I tre passi

Per possedere la vera fede, la fede che salva, è necessario compiere tre passi: sono come i tre gradini di una scala:

i primi due sono necessari, ma non sono sufficienti per ottenere la salvezza.

Il terzo ci dà la salvezza, ma non è possibile raggiungerlo senza aver fatto gli altri due.

2.a Primo passo: Udire

Il primo passo può essere indicato con la parola udire.

«Come crederanno se non avranno udito?».

Prima che uno possa credere, deve conoscere il piano di Dio, deve udir parlare della salvezza.

Ecco perché mandiamo dei missionari in Cina, in India, nell’Africa. Prima di poter credere, i pagani debbono udire la Parola di Dio.

Penso che non sia necessario soffermarsi su questo primo passo. Tra noi, tutti hanno udito il messaggio della salvezza e anche molto spesso.

Il primo passo, dunque, è fatto. Tu hai certamente “udito”.

2.b Secondo passo: Credere

Credere. Con questa parola indichiamo il secondo passo.

Dò a questa parola il significato che ha oggi, non quello che aveva al tempo di Cristo e degli Apostoli.

Oggi, la parola “credere” indica un assenso della mente a qualche cosa che si è udita.

Quando hai dato il tuo assenso ad una verità che ti è stata detta, hai creduto; hai fatto il secondo passo necessario per essere salvato.

Hai fatto il secondo passo, dico, ma non sei ancora salvato.


Potresti dare tutti gli assensi possibili; potresti credere a tutto quel che ha detto Gesù, a tutto ciò che si è scritto di Lui nella Bibbia; potresti credere a tutte le verità della Parola di Dio, senza essere salvato.

Anche i diavoli credono e tremano; ce lo dice la Bibbia stessa.
Essi credono quanto te ed anche più di te; mai hanno dubitato per un solo istante delle verità della fede, eppure sono perduti eternamente: la loro fede è puramente intellettuale; essa non muta la loro condotta, non cambia la loro condizione.

Sanno che la loro condanna sarà certa ed eterna, questo è il motivo del loro terrore.

Non basta dunque dare il nostro assenso mentale alle verità della fede.

2.c Terzo passo: Avere fiducia

Questo è il terzo ed ultimo passo: il passo che dà la salvezza.

Lo indico con le parole "confidare", aver fiducia.

Ecco ciò che vogliono dire:

1. La fiducia esclude ogni tentativo, ogni sforzo da parte dell’individuo.

Nessuno ha mai provato ad insegnarti il modo di tenersi a galla? Se c’è stato qualcuno che lo ha fatto, ricorderai che egli si è messo nell’acqua vicino a te e ti ha detto: «Non avere alcun timore; l’acqua può sostenere bene il tuo peso. Tu non devi fare altro che abbandonarti fiducioso. Mettiti così, supino sull’acqua, e resta tranquillo».

Ricorderai di aver provato ed aver constatato che l’acqua ti sosteneva realmente, come aveva detto il tuo istruttore.

Vorrei che questa sera stessa potessi galleggiare nel mare della salvezza divina.

Non lottare, non fare alcuno sforzo, abbandonati fiducioso nelle braccia della divina misericordia.

La fiducia esclude ogni sforzo.

Finché tenterai di fare da te, dimostrerai di non avere assoluta fiducia.

2. La fiducia implica abbandono.

Penso a ciò che avviene in un matrimonio.

Un giovane ed una giovane s’incontrano, cominciano a vedersi spesso e decidono di sposarsi. Il giovane fa molte promesse e la ragazza crede ciecamente alle sue parole.

Passa del tempo prima che si possa realizzare il loro sogno. Le amiche della ragazza vengono alla conoscenza del fidanzamento e delle tante promesse fatte dallo sposo. «Credi proprio che manterrà le sue promesse?», dicono alla giovane. «Certo!», risponde ella, anche se non ha avuto ancora nulla.

Giunge finalmente il giorno per lei tanto meraviglioso, il giorno delle nozze. Con il suo «Si» fiducioso, ella abbandona tutta se stessa, tutto ciò che la riguarda all’uomo nel quale ha riposto la sua fiducia. Ella non pensa più a nulla: è lui che penserà a tutto; penserà alla casa, ai vestiti, al vitto, a tutto.

Uscendo dalla chiesa ella non ha più alcuna responsabilità, è suo marito che avrà la responsabilità della nuova famiglia

Qualche tempo dopo le amiche tornano a farle delle domande, e la giovane donna: «Sono proprio felice; mio marito ha mantenuto tutto ciò che mi aveva promesso; ha comprato una bella casa e mi ha donato molti regali. Oggi non devo preoccuparmi di nulla, pensa lui a tutto»

Quando ottenne ciò? Forse quando credette alle parole del giovane? No! Quello era il secondo passo che, sebbene necessario, non le aveva dato nulla.

Ella ottenne tutto quando davanti al ministro fece il terzo ed ultimo passo, cioè quando si abbandonò fiduciosa al giovane che aveva scelto per suo sposo.

Nelle sue mani ripose allora tutto ciò che la riguardava tutti i suoi interessi, tutti i suoi bisogni, tutta la sua vita.
Confidò in lui ed ebbe tutto.

Potrai credere, ma non otterrai mai nulla finché non ti abbandonerai fiducioso nelle braccia di Gesù.

L’istante in cui prenderai la decisione di confidare in Lui otterrai la salvezza.

Il primo ed il secondo passo dunque non salvano, è il terzo quello che decide la tua condizione.

Farai tu quanto fece la giovane sposa? Porrai in Gesù tutta la tua fiducia? Ti abbandonerai al tuo sposo celeste? Se ti deciderai a farlo Egli assumerà su di Sé tutta la responsabilità della tua salvezza.

Voglio portare un altro esempio per rendere ancora più chiaro il mio pensiero.

Ecco un uomo che cerca disperatamente di tenersi a galla.
Vicino a lui c’è chi potrebbe salvarlo con molta facilità, ma non fa nulla per venire in suo aiuto. L’uomo si dibatte affannosamente; va sott’acqua, ma non chiede aiuto. Torna a galla, ma va di nuovo sotto. Colui che l’osserva non si muove affatto. Ecco che l’altro riesce ad affiorare di nuovo, ma poi, sfinito, cessa di lottare ed affonda per la terza ed ultima volta.
Prima di scomparire sott’acqua, emette un debole grido:«Aiuto!». Una mano si stende verso di lui; viene afferrato e posto in salvo.

Perché non era stato salvato prima?

Perché egli mostrava di voler fare a meno dell’aiuto altrui; perché confidava nelle proprie forze. Quando mostrò fiducia nell’altro, la mano si stese verso di lui. Solo allora venne salvato.

Caro amico, solo quando avrai cessato di confidare nelle tue forze o nelle tue opere, riceverai la salvezza, perché solo allora possederai la necessaria fiducia in Dio.

«Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato».

Quando parlo a persone non salvate, non mi servo mai della parola “credere”.
Se mi servissi di essa, dovrei spiegare che cosa intendo dire, che significato do a questa parola. In tal caso preferisco dire:
«Confida nel Signore Gesù Cristo; abbandonati completamente a Lui; riponi in Lui la tua fiducia, e sarai salvato».

3. La fiducia richiede l'azione.

Lascia che mi spieghi con un esempio pratico.

Era una mattinata splendida. Un gran numero di persone erano davanti alla potente cascata del Niagara per ammirarne la grandiosità.
Su, in alto, era stata tesa una lunga fune che andava da una parte all’altra della cascata che rumoreggiava paurosamente. Su quella fune era uno dei più grandi equilibristi del mondo.

Tenendo l’equilibrio con la sua lunga asta leggera, egli cominciò la traversata. Il respiro degli astanti rimase sospeso.
Quando il suo piede poggiò finalmente sull’altra sponda, si levò dalla folla un urlo più forte del rumore delle acque.

Volto al gran numero dei presenti, il famoso equilibrista fece una strana proposta: disse di essere disposto ad attraversare di nuovo quell’abisso portando sulle spalle uno dei presenti.

Chi avrebbe accettato la sua proposta?

«Volete venir voi?», chiese l’equilibrista a chi gli sembrò più coraggioso e disposto degli altri.

«Io no!», rispose questi.

«Volete venir voi?», chiese ad un altro. «Potrei provare con voi».

«Con me?!», disse costui. «Ma siete pazzo? Pensate che io voglia mettere in pericolo la mia pelle come voi fate con la vostra?»

«Allora provate voi», chiese ad un terzo.

«Sì, io accetto», rispose questi. «Non dubito affatto della vostra capacità».

«E siete proprio tranquillo?», chiese il funambolista. «Avete piena fiducia in me?»

«Certamente!» ammise l’uomo.

Tutti guardavano ammirati ed ansiosi. Essi cominciarono la traversata. La grande fune si piegava sotto il peso dei loro corpi; un passo dietro l’altro, lenti, ma sicuri e senza la minima esitazione, andarono avanti e arrivarono dove il pericolo era maggiore. Sotto di loro le acque rumoreggiavano paurosamente; qua e là spuntavano scogli terribili sui quali si sarebbero potuti sfracellare i loro corpi. Erano come sospesi nell’aria.

Eccoli vicini all’altra sponda. Un silenzio assoluto si abbatté sugli spettatori; essi trattenevano il respiro, la visione era terrificante. Infine, un passo ancora e furono al sicuro, sulla roccia, accolti da un grido assordante e festoso.

La terribile tensione era finita; era terminata quell’esperienza che spezzava i nervi.


Anche l’abisso fra il tempo e l’eternità è attraversato da una lunga fune: la fune della salvezza.

Questa fune non si è mai spezzata ed è Cristo che cammina su di essa. Egli solo può compiere la traversata.

Tu forse sai tutto questo, ma non abbandoni mai la tua vita nelle Sue mani.

Fai come uno di quelli ai quali si era rivolto l’uomo della fune.
Costui credeva che l’equilibrista sarebbe stato capace di compiere di nuovo la traversata, ma non volle affidare a lui la sua persona.

La fede che salva è quella che ci fa avere la più assoluta fiducia in Dio.

Hai tu questa assoluta fiducia in Cristo?

Non ti sei forse fermato al secondo passo?

Se non hai compiuto ancora il terzo passo, il passo che decide la tua condizione, muoviti, compilo adesso, abbi fiducia in Cristo.

Ecco un aeroplano.
Molta gente è radunata attorno ad esso ed il pilota offre ai presenti una bella gita. Nessuno si fa avanti.

«Non credi che questo aeroplano ti possa portare in alto?», chiede egli ad uno degli astanti.

«Sì, lo credo», rispose questi. «Ho visto spesso molte persone volare con questo apparecchio».

«Allora, andiamo, sali con me», aggiunge il pilota.

«No, non voglio mettere a rischio la mia vita!», replica l’altro, e si ritira in mezzo al gruppo.

Si fa avanti uno: «Vengo io», dice al pilota.

«Credi che possa portarti con sicurezza?», gli chiede costui.

«Certo che lo credo», risponde, e sale tranquillamente vicino al pilota che manovra l’apparecchio e si appresta a partire. In pochi minuti sono su, in alto, e si perdono fra le nuvole.

Vedi, il primo conosceva l’aeroplano e credeva che questo avrebbe potuto portare uomini, ma non ebbe il coraggio di salirvi; in tal modo non ricavò alcun beneficio dalla sua conoscenza.

La stessa cosa diciamo della fede.

Il secondo, invece, compì il passo veramente interessante: passò all’azione.

L’assenso puramente intellettuale non servì a nulla: fu necessaria la fiducia.

Ancora un ultimo esempio.

Eccoti sull’orlo di un profondissimo abisso. Su questo è tesa una lunga trave. Se non passi all’altra parte sei perduto, perché ti insegue una banda di assassini che vogliono ucciderti.
Sei lì, esitante, temi il rischio della traversata, pensi alla possibilità che la trave si spezzi, pensi alla profondità dell’abisso.

Mentre sei lì, esitante, giungono persone da tutte le parti e queste, chi lentamente, chi in fretta, attraversano e non accade nulla: la trave resiste benissimo.`1

Si avvicinano i tuoi inseguitori: o attraversi o sei perduto.
«Che farò?», chiedi ansiosamente a te stesso. «Mi sosterrà la trave?». «Mi sosterrà sicuramente: ci passano tanti! Sì, mi sosterrà».

Ti sei ormai persuaso della resistenza della trave, ma non sei ancora al sicuro, non sei salvato.

Devi fare ancora il terzo passo: devi aver fiducia, ti si richiede un forte atto di volontà che ti faccia decidere a porre il piede su quella trave.

Infine il tuo caso diventa disperato: decidi di provare e di mettere in opera la tua fede intellettuale. Poni il piede sulla trave e presto raggiungi la parte opposta. Finalmente sei salvo e al sicuro dai tuoi inseguitori.


Amico, anche fra la terra ed il cielo c’è un abisso infinito.

Esso è attraversato dall’unica trave della salvezza di Dio. Questa trave è stata posta da Dio.

Milioni e milioni sono passati su di essa e si sono salvati. Essa non ha mai ceduto; non si è mai spezzata; sosterrà sicuramente anche te. Prova, abbi fiducia!

Oh, potresti credere quanto vuoi, potresti pensare che Gesù può salvarti, ma finché non agirai in modo conforme a questa tua fede, finché non Lo riceverai, non sarai mai salvato.

Il fuoco del giudizio potrebbe piombare su te da un momento all’altro.


Satana è sulle tue tracce. Presto! Abbi fiducia! Abbi assoluta fiducia in Gesù!

3. Perchè è necessaria la fiducia

Perché la fiducia è tanto necessaria? Perché ha grande importanza nel piano di Dio?

Perché essa sola permette a Cristo di entrare nel cuore di una Sua creatura; perché è solo essa che ci fa “nascere di nuovo”.

Anche per le cose di questo mondo è assolutamente necessaria la fiducia; sarebbe impossibile vivere senza aver fiducia: quasi tutti gli atti della vita sono determinati da essa.

La donna che sposa;

l’uomo che deposita in banca il suo denaro;

il viaggiatore che prende il treno, l’auto o l’aereo;

colui che fa un contratto con altri,

tutti agiscono perché hanno fiducia in qualche cosa.

È proprio l’abbandono e la fiducia che apre la porta. «Ecco, io sto alla porta e picchio» (Apocalisse 3:20).

Gesù è alla porta del tuo cuore; Egli bussa per entrare; desidera ardentemente regnare su di te.

La maniglia è dalla parte tua e la porta è chiusa.

È la fiducia che ti spinge ad aprire quella porta: l’istante in cui mostrerai di aver fiducia in Lui, aprirai la porta ed Egli entrerà.
«Io entrerò», afferma Gesù.

Aprirai la porta? Avrai fiducia in Gesù?

Non ha forse Satana ingannato il tuo cuore facendoti credere di essere salvato mentre non lo sei?

Forse fino a questo momento hai compiuto il primo ed il secondo dei passi necessari; ma non sei ancora giunto alla salvezza.

Forse hai fatto una falsa esperienza spirituale, non sei nato di nuovo e poggi tranquillamente su questo falso fondamento.

«Studiatevi di render sicura la vostra vocazione ed elezione» (2ª Pietro 1:10), dice l’apostolo Pietro.